Nato a Rovigo nel 1953, vive e lavora a Bolzano. Definisce le sue fotografie Scritture prima dell’ombra, per esprimere il senso di caducità della vita che pervade i suoi scatti. I nudi in interno, che ritraggono ossessivamente le compagne della sua vita, prolungamento attraverso la macchina fotografica del suo desiderio di possesso per loro, più che la sensualità dello sguardo esprimono il sentimento di inquietudine che accompagna la consapevolezza che questi momenti fugaci di intimità sono destinati a svanire per sempre. Un senso sublime di nostalgia e dolore si insinua così nel momento stesso in cui un attimo di felicità presente sembra sfuggire dalla nostra possibilità di contenerlo e viverlo appieno, di qui la necessità di fotografarlo. A tali visioni affianca quindi riprese di cimiteri, vecchi buinker e fabbricati industriali abbandonati, per sottolineare un senso di solitudine quasi metafisica, perché si è soli di fronte alla morte. Queste visioni, i corpi come le costruzioni, risentono dei tanti riferimenti all’arte classica e moderna, dalla pittura metafisica di De Chirico al surrealismo psicologico di Magritte, ma anche all’opera di quei fotografi che tanto ha amato: Mappeltorpe e Weston. Le fabbriche e i bunker appaiono così come antiche vestigia di civiltà passate, mentre i tubi e i forni industriali assumono una carnalità che fa da contrasto all’intimità e freddezza dei corpi nudi.